Guardo Enrico che mi sta disegnando un anello mentre al collo porto un ciondolo che lui ha creato per me. Anche alle orecchie penzolano due orecchini nuovi fiammanti.
Il primo prototipo lo avevamo fatto in resina metacrilica (quella standard ndr) e l’ho messo al collo per un paio di giorni dopo i quali la mia bella Gilda di due anni e mezzo me l’ha frantumato in un abbraccio.
Abbiamo allora cercato un partner che ci potesse sostenere nella creazione di oggetti in metallo, inizialmente abbiamo pensato a Valenza e ai suoi centri di prototipazione del gioiello ma tutti quelli che abbiamo contattato volevano fornirci sia la stampa in 3D della resina calcinabile (o fondibile) che la fusione. Ma i pezzi che abbiamo visto stampati da Valenza (non li abbiamo visti tutti, per carità) non ci convincevano, troppe righine… (ovvero layer troppo grossi rispetto a quelli che facciamo noi).
Non persuasi abbiamo mandato a fondere un primo pezzo in argento da nostro modello in 3D in resina calcinabile. Assieme al nostro ciondolo fondibile abbiamo allegato un foglietto con le istruzioni di temperatura e tempo di fusione per poter utilizzare le nostre resine.
Il DHL ci ha rimandato indietro un ciondolo che assomigliava a un gruviera, tutto buchi. Perché? Perché la fusione l’hanno fatta assieme alle cere tradizionali, alle resine fondibili di altre marche e ognuna ha un tempo e un grado di fusione diversa. La mia quindi è venuta uno schifo, oltre ad aver pagato un DHL che mi ha trasportato i miei pezzi da una parte all’altra degli Appennini. Oltre ad aver aspettato 15 giorni.
Non ci siamo persi d’animo, Enrico doveva regalarmi la mia parure e Astrati doveva risolvere questo piccolo intoppo. Sì perché ad oggi abbiamo collaborato con gli orafi facendo le resine a bassa o ad alta temperatura da cui questi traevano i siliconi con cui facevano le resine tradizionali ma per i pezzi unici? Per quei gioielli che per definizione non devono essere replicati? Come i gioielli tratti da foto? Ovvero come risolvere il problema delle resine fondibili? (Resine che si sciolgono al contatto col metallo e che quindi producono un oggetto irripetibile).
Abbiamo iniziato la ricerca sul territorio ligure e dopo poco abbiamo trovato un partner, la prima prova è andata bene (il ciondolo), la seconda pure (gli orecchini) e la terza anche (altri ciondoli e orecchini da provare con agganci diversi, più piccoli gli anellini e i gancetti).
Ho dovuto fare un cilindretto a parte con solo la vostra resina e stare attento ai tempi che sono diversi dalle mie cere ma nell’insieme si può fare senza problemi.
Si può fare senza problemi? Quindi questo vuol dire che ad oggi gli orafi possono avere progettazione, stampa del prototipo o del modello in resina calcinabile e fusione tutto in un unico pacchetto direttamente a Genova.
Niente più corrieri su e giù tra Piemonte e Liguria, niente attese di settimane, al massimo il costo di un biglietto dell’autobus se si è fuori dalle vecchie mura della città.
E in oro?
In oro si può fare. Costa solo di più.
Pragmatismo genovese.
Ed eccomi qua, con la prima parure Astrati al collo e alle orecchie e un anello nel prossimo futuro… Un’amministratrice unica va corteggiata.
Per informazioni e preventivi scrivi a info@astrati.eu
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