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Immagine del redattoreArianna Musso

Sul tetto della chiesa una statua in 3D

Undicesimo piano del CNR, dalle grandi finestre si vedono le vette imbiancate degli appennini.


Oggi è una giornata felice: il Secolo XIX ha pubblicato un articolo bello e articolato su di noi a livello sia Nazionale (a pagina 9) che locale (in prima pagina!) e sulla nostra scansione tridimensionale e riproduzione della Madonna del Rosario di Bacezza. Grande risalto è stato data (giustamente) alla leggerezza della riproduzione: l’originale pesa quattro quintali e mezzo mentre la sua copia pesa solo sessanta chili. La motivazione dello spostamento della madonna era  quindi doppia: il deterioramento del marmo dato dagli agenti atmosferici e la pesantezza incongrua della statua sul tetto del santuario dovuto a strani avvenimenti storici.


Questo articolo esce mentre io ed Enrico siamo impegnati in una serie di convegni sia a carattere nazionale che locale.

Enrico il 1 febbraio è andato a Ferrara al forum “tecnologie e innovazione per i beni culturali” al preview del Salone Internazionale del Restauro dei musei e delle imprese culturali.

Oggi, 7 febbraio, sono alla prima Giornata di Studio Beni Culturali In Liguria, Competenze, attività e prospettive.

Varie persone che si sono succedute in questa conferenza fiume che è iniziata alle 9.00 del mattino e si è conclusa alle 18.00.

La sensazione è che ci sono due visioni di “bene culturale” molto diverse tra loro: la prima si rifà all’articolo 9 della costituzione in cui il bene deve essere fruibile sempre a più persone. Citando la Dottoressa Bertolucci (del polo museale della Liguria), il museo deve essere messo al pari della sanità e dell’istruzione in quanto “Attribuisce valore”.

Il Dottor Giuseppe Costa di Confindustria ha parlato di una crescita di visitatori in Liguria che arriva fino a un + 64% nell’ultimo anno.

E proprio il Dottor Costa portava un’altra visione di cultura: una cultura che non fosse solo una “spesa” ma un’ottima occasione di rilancio della regione, di business.

La cultura può diventare business? Può trasformarsi da “spesa” in risorsa?

Il Signor Gauthier della Commissione Europea ne è convinto, così come l’assessore Rixi e l’assessore Cavo.

Il Signor Gauthier ha incentrato il suo intervento sulla grande possibilità che le nuove tecnologie danno alla costruzione di valore attorno al nostro patrimonio culturale.


La digitalizzazione, la scansione tridimensionale delle opere d’arte e la stampa 3D potranno arricchire il patrimonio artistico e culturale andando a raccontare in maniera diversa la nostra storia, avvicinando tutte quelle persone che ad oggi ne sono rimaste escluse arrivando a una reale democratizzazione dell’opera d’arte.

Sembra l’inizio di una favola bellissima dove in Italia chi lavora nelle belle arti accederà alla massima tecnologia (e noi di Astrati siamo qua per questo) e verranno pagati per il lavoro che svolgono.

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