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Immagine del redattoreArianna Musso

Reverse engineering, tabozzi e guerre Puniche

Siamo in ufficio, uno dei nostri soliti incontri dove divulghiamo la conoscenza sulle tecnologie additive per accrescere le competenze dei nostri potenziali clienti. Abbiamo fatto incontri con orafi, cooperative sociali svizzere, imprenditori tunisini, restauratori e artisti, industriali, architetti e aziende nautiche: oggi è il turno dei tabozzi (se non sapete cosa è un tabozzo googolatelo e avrete lunghe descrizioni per ampliare i vostri orizzonti zoologici).

Come ci sono finiti dei tabozzi in una azienda che fa 3D? Non lo so, il nome stampa 3D ha aperto gli orizzonti (e le gabbie) più inaspettate, in realtà è colpa di un mio ex compagno, ora professore, che mi ha incastrato. Dopo un lungo e assurdo dialogo sulla stampa 3D (e sulla possibilità di stampare cani su ruote !?!) siamo passati alla scansione e al reverse engineering.

reverse astrati

Prima di accendere lo scanner faccio vedere due slide e introduco l’argomento.

  1. Uno degli utilizzi della scansione e che noi, come società di progettazione che si rivolge all’industria e alla nautica, utilizziamo di più è il Reverse engineering.

  2. Ohhh, ma che è?

  3. Reverse che?

Con la forza dell’ignoranza la platea rumoreggia, istintivamente mi contraggo e assumo un’aria da professoressa delle medie.

  1. Col nome Reverse engineering o back engineering indichiamo lo studio scientifico di un oggetto costruito dall’uomo.

  2. Bella lì, e perché dovremmo studiare qualcosa costruito dall’uomo? Cioè come l’hai costruito lo ricostruisci, no? Cioè, se l’hai messo su hai i disegni, no?

Chi parla è Tabozzo1, maglietta a maniche corte attillata, anfibi e capello verde.

  1. Non è così semplice. Ci sono oggetti complessi che non è immediato capire come ricostruirli, soprattutto se non esistono più i disegni.

  2. E perché non esistono più i disegni?

  3. Perché magari si sono perduti.

  4. Li vuole arrubare…

Questa è Tabozza2, bionda con i capelli rasati a lato e un orecchio che pare un punta spilli che ha l’aria di chi se ne intende, di rubare dico, non di reverse engineering.

  1. Perché rubare? No, nessuno vuole rubare niente. I disegni si possono perdere per tanti motivi o non si hanno o magari si vuole analizzare e studiare qualcosa che non hai fabbricato tu per modificarlo, ampliarlo.

  2. Copiarlo insomma!

  3. Non copiarlo ma studiarlo. Uno degli utilizzi del reverse è proprio nel poter far rientrare oggetti che bisognerebbe sostituire completamente nel ciclo produttivo facendo dei upload di parti.

  4. Come nel computer.

  5. Tipo. Il reverse è un processo è simile alla ricerca scientifica, se non che la ricerca scientifica riguarda i fenomeni naturali mentre il reverse engineering studia i manufatti umani. Ad oggi parliamo di archeologia industriale, ad esempio, e capire il funzionamento di macchine costruite nel passato ci può aiutare a restaurarle o divulgarle.

  6. Archeologia industriale? Come la tua macchina Tauro!

Risata generale. Il 60% degli astanti si sta rollando una siga.

  1. Uno dei  lavori che facciamo di più è ricostruire piccole parti ormai fuori produzione.

  2. Potete rifarmi allora anche il bocchettone della mia Punto usata? Quello dell’area condizionata?

Decido di ignorare il Tauro seduto a cavalcioni dello schienale, faccia macilenta e magrezza scheletrica sotto un ciuffo ribelle.

  1. Ma è logico, ormai tutto si può fare con la tecnologia!

  2. Il reverse engineering è un discorso di avanzamento tecnologico che ha le sue radici nelle guerre puniche.

  3. Ma cosa c’entrano le guerre Puniche con la scansione 3D?!

  1. I romani avevano catturato una quinqueremi cartaginese e l’hanno studiata e usata come base per creare la sua flotta, modificando i progetti secondo le loro esigenze e vincendo così la guerra.

  2. Ma non c’avevano mica la stampa 3D!?!

Mi guardano tutti perplessi. Forse la professoressa delle medie che è in me ha preso il sopravvento.

  1. Certo che no, avevano altre tecnologie, così come noi abbiamo le nostre, alla base però c’è sempre l’uomo, la sua intelligenza e la sua voglia di progredire.

  2. Ok. Pausa siga?

  3. Pausa siga poi vi faccio vedere come funziona lo scanner!

  4. E ci si può scannerizzare anche l’uccello?

  5. Solo se riesci a tenerlo in tiro.

Risate sguaiate e generali. Usciamo, il mio ex compagno me la paga questa!

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