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Immagine del redattoreArianna Musso

Quando la stampa 3D entra nei musei. 7 motivi per utilizzarla.


Cagliari, è il 29 di dicembre e siamo in Sardegna per passare il Natale con la nonna Elisabetta. Il maestrale ci ha cacciato dalla spiaggia del Poetto. Decidiamo di andare al Museo Archeologico di Cagliari.

In realtà io vorrei andare al museo delle cere ma alle 15.00 è ancora chiuso e, visto che tutti i musei di cagliari sono all’interno di una cittadella, giriamo a sinistra ed entriamo in quello archeologico.

Appena entrati Michele (9 anni) sgrida Gilda (4 anni): – Non toccarla! Mettila giù!


Davanti ad una vetrina ben illuminata in cui ci sono dei guerrieri in bronzo c’è un contenitore cilindrico di plexiglass al cui interno è alloggiato una copia del guerriero più importante in resina giallina.

  1. Guarda Michele che credo che l’abbiano messo a posta per farlo prendere. Lo sai che è fatto in stampa 3D?

  2. Come quella che fa Astrati?

  3. Sì, esattamente. Facciamo una scansione con lo scanner a luce strutturata. Mettiamo “la fotografia in 3D” nel computer e poi la stampiamo in resina così è bella precisa. Vedi come si vede bene la forma del viso e la spada.

  4. Guarda mamma, un piatto!

Gilda, capito il gioco, toglie dal sostegno di plexiglass il piatto decorato e fa finta di mangiare, poi offre il cibo a suo fratello.

  1. Che cosa mangiavano gli uomini che abitavano nei Nuraghi?

  2. Forse c’è scritto lì.

Gli dico indicando un pannello esplicativo e Michele si mette a cercare mentre la sorellina lo segue con il piatto.

  1. Me lo leggi? Me lo leggi?

  2. Gilda, aspetta.


Le sale si susseguono su più piani, la mostra va dal periodo neolitico al tardo Medioevo.

I reperti sono tanti e l’idea di scansionarne alcuni e riprodurli fedelmente permettendo a tutti di toccarli ha molti vantaggi:

7 buoni motivi per utilizzare la stampa 3D nei musei:

1- Attirare l’attenzione dei più piccoli, maggiormente influenzati dal senso del tatto. Il tatto è un veicolo per interessarsi anche agli altri mezzi espositivi come i pannelli scritti.

2- Sostegno agli ipovedenti. Le vetrine erano ben illuminate ma una persona che vede poco o per nulla non ha la possibilità di vedere comunque. Gli ipovedenti vedono attraverso le mani e queste statue o oggetti fedelmente riprodotti danno la possibilità di vedere a chi non può. Sono tra l’altro un compendio importante per i pannelli in braille che altrimenti spiegavano qualcosa di inaccessibile per chi il braille legge.

3-  La possibilità di toccare con mano e quindi avere una percezione maggiore del reperto senza danneggiarlo in alcun modo.

4- il file derivato da una scansione tridimensionale è una copia fedele (che si discosta dall’originale fino a 0,2 mm di precisione. )

5- il file che deriva da una scansione tridimensionale si può archiviare. Un rilievo della geometria e dei colori del reperto.

6- Il file che deriva da scansione può essere utilizzato  a scopo promozionale e didattico come i render (fotografie in 3d) ed essere utilizzato per la realtà aumentata.

7- Si può stampare più volte (se la copia si rompe).

Mi rendo conto mentre scrivo che sto parlando dell’incubo dello storico: un mondo di possibili falsi si apre all’orizzonte. Invece che rifuggire l’inevitabile avanzamento tecnologico bisogna trovare partner fidati e competenti per meglio tutelarsi.

Astrati srl è una società seria e referenziata che garantisce un alto standard di sicurezza  fornendo tutte le tecnologie necessarie per la scansione e la riproduzione certificata di opere storiche e artistiche.

Astrati, servizi per la stampa 3D.

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