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Immagine del redattoreArianna Musso

Il Fuorisalone del mobile e la stampa 3D


In ufficio girano tazzine, -Quanto misura?- Prendi il calibro!- Io tiro fuori libri di design storico: dalla Grecia antica alla Bella Epoque. Enrico e Andrea iniziano a tirare linee su Fusion. Le nostre vicine ed amiche architette commentano a voce alta: -Bella… forse la farei più corta… non ricorda…


Facciamo un salto in dietro, davanti alla sala M di Düsseldorf. Vedo un ragazzo con l’orecchino che scrive su un portatile, appollaiato su uno dei tavolini verde pisello che spuntano come funghi psichedelici nella zona caffè. Lo conosco, penso, ma come è possibile? Ci passo davanti un paio di volte con fare disinvolto e disinteressato: ecco chi è! Davide Sher, l’autore di

“Stampa 3D, tutto quello che c’è da sapere sull’unica rivoluzione possibile”, il primo libro che ho letto sull’argomento. Mi collego a internet e digito il suo nome, mi compare una sua foto di Facebook mentre balla a una festa. Indubbiamente è lui. Mi giro e se ne è andato.

Circa un paio di anni fa Enrico andava in giro per fiere, conferenze e case produttrici sia di macchine che di manufatti stampati in 3D e tornava entusiasta facendoci vedere, a me, agli amici, a chiunque gli passasse sotto mano, video di roba che usciva dalla polvere, laser che sinterizzavano metalli e altre amenità simili. All’uscita di questo libro mi sono fiondata ad ordinarlo su Amazon e l’ho inghiottito. Più leggevo e più davo ragione ad Enrico e mi univo a lui negli elmi che sorbivano amici e parenti.

Si parla di costituire una società che si occupi di diffusione, promozione e progettazione per la stampa 3D. Io, anche grazie a questo libro, inizio a stilare elenchi di tecnologie, software, scanner. Enrico lo fa con la sua, ben più grande, esperienza nel settore. Iniziamo a confrontarli.

Per iniziare che software utilizziamo?  Serve un parametrico con cui si possa lavorare in condivisione, visto che sia Andrea che Enrico lavorano assieme a tutti i progetti; da una delle mie liste esce fuori Fusion 360. Si inizia ad usarlo e funziona bene, costa poco. Dopo qualche settimana diventiamo partner di One Team, Autodesk Platinum Partner.

Dopo qualche ora, mentre giriamo nella fiera a parlare con i service tedeschi e a confrontarci su micron e layer, rincontro Davide Sher. Mi presento. -Ciao, ti ho visto a Emo di quest’anno a Milano alla conferenza indetta dall’Aita. Ho letto il tuo libro. –

Si inizia a chiacchierare su quel che si fa. Scopre che usiamo Fusion 360.


-Grandi! Al

Fuorisalone di quest’anno stiamo organizzando un evento con Autodesk e Sisma mysint 100: Methesis. 10 design costruiranno oggetti per la tavola utilizzando Fusion 360 che verranno stampati in acciaio o bronzo durante la settimana del Salone del mobile.


Si inizia a parlarne e Davide è così gentile da seguirci e curiosare in quello che facciamo. Nelle settimane seguenti ci inserisce nel suo nuovo progetto

3dprintingbusiness.directory e ci invita a parlare della nostra esperienza di utilizzatori di Fusion 360 al Fuorisalone. Giovedì 14 aprile alle ore 11 in un “design spotlight”, insieme a One Team, parleremo di quello che facciamo e come; location: Milano, Via Tortona 20.

Enrico e Andrea intanto hanno finito la tazzina sbrodolina, come la chiamano, la C-UP, come meglio l’ha definita Davide: una tazzina da caffè che lievita dentro una struttura in metallo che isola il caldo dal freddo.

La settimana prossima invece saremo a Carrara, alla conferenza promossa da Compotec e AITA: “Stampa 3D e tecnologie additive per l’industria dei compositi”.

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