In questi mesi L’UE sta aggiornando la legislazione sulla gestione dei rifiuti per promuovere la transizione verso un’economia circolare, in alternativa all’attuale modello economico lineare. Che cos’è l’economia circolare? L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.
Parlando con persone più anziane viene fuori che molti oggetti un tempo venivano riparati e non semplicemente buttati perché si potevano riparare. Una amica di mia mamma mi ha raccontato:
- Quando è entrato in casa nostra il primo catino in plastica mio padre lo aveva inavvertitamente messo sopra la stufa e questo, naturalmente, si è sciolto. Mia mamma ha iniziato a lamentarsi e allora mio padre ha fatto quello che faceva sempre in questi casi ovvero ha provato ad aggiustarlo, ma non si poteva ri-battere, rammendare, saldare, incollare o ri-inchiodare: era plastica!
E questo era vero fino a poco tempo fa.
Parlare di economia circolare vuol dire anche reverse engineering. Cos’è? Il Reverse Engineering è la tecnica con la quale otteniamo un modello virtuale di un oggetto ottenuto o con la modellazione tridimensionale o con uno scanner 3D.
Ma nella pratica che cosa vuol dire?
Un giorno viene a trovarci un fotografo.
- Non trovo questo pezzo da nessuna parte.
E tira fuori dalla tasca un pezzetto in plastica da circa 5 cm di lunghezza con i dentini usurati.
- Lo potete rifare?
- Certo. Per la stampa ha dei bisogni particolari?
- No, no, è solo un ingranaggio di un soffietto di un obiettivo di una macchina fotografica, va al massimo a 70 gradi. Se non potete farlo devo buttare via tutto l’obiettivo e sono obiettivi che costano molto, per un piccolo pezzettino di plastica da neanche 5 cm!
Abbiamo progettato e stampato il pezzettino di plastica con i dentini aggiustati e il fotografo ha guadagnato un intero obiettivo che altrimenti avrebbe dovuto buttare.
Un giorno ci chiama un ragazzo, gli si è rotta la bocchetta dell’aria della punto di suo nonno.
- Non si trova più, è fuori produzione. Non si è neanche rotta tutta la bocchetta d’aria, solo un pezzo!
- Sicuro che non si trova più?
- No, cioè l’ho trovato da un rivenditore di pezzi rari ma vuole 200 euro per tutta la bocchetta!
- Forse non ti costa di meno farla in 3D, nel senso che bisogna farne il rilievo e il disegno tridimensionale e poi stamparlo. Devi pensare che è una produzione personalizzata, come quella fatta da un artigiano.
- Ma è plastica!
- Si ma plastica su misura.
Forse se esistessero degli incentivi al ri-utilizzo degli oggetti anche la produzione in tecnologia additiva dei pezzi che non hanno grande valore aggiunto potrebbe essere intrapresa.
- La plastica è uno degli elementi che si deteriora più in fretta, le parti meccaniche sono ancora perfettamente funzionanti.
Mi racconta un ragazzo che è venuto a preventivare una scocca per una moto da strada.
In questi 4 anni di lavoro con Astrati abbiamo ricostruito tante piccole parti in plastica: distanziatori di tendalino, rotelle e ingranaggi di vario genere e materiale, anche rinforzati con fibra di kevlar, sostegni, pulsanti, persino una parte di uno stendino che era murato in un muro appena tinteggiato, parti per arredi di design. A volte nella ricostruzione si prende la palla al balzo per modificare qualcosa e quindi si crea un “aggiornamento” della parte.
Astrati, dal 2016 vi offre servizi 3D, dalla progettazione al coating, scansione e stampa 3D a Genova, via Caprera 8/2.
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