Sera del 24, a Düsseldorf fa meno freddo di quel che pensassi e la mia divisa da grande inverno mi fa sentire come Totò alla stazione di Milano nel film. Non ho il colbacco ma poco ci manca. Dopo aver passato la giornata a fare chilometri in fiera ci meritiamo sicuramente una bella e sana birretta tedesca. Andrea scova un locale che su TripAdvisor è recensito come il posto dove fanno il miglior stinco della città. Andiamo. Düsseldorf ha le casette basse dalle grandi finestre ed è piena di alberi. Subito non capisco il rumore di sottofondo che si sente per la strada quando andiamo a prendere il tram, mi ricorda la campagna… gli uccelli! In città si sente il canto degli uccelli!
Arriva il tram numero U71 .
Andrea ci guida fino a un portone in legno con una grossa lampada fuori. Entriamo e veniamo investiti da calore, un forte vociare e odore di salsicce. Un grosso cameriere con la faccia da crucco e lungo grembiule bianco ci passa davanti, tiene un grande vassoio su una mano, dentro bicchierini con birrette, tante birrette scure.
“Trovatevi un posto!” ci dice, cioè non dice proprio così ma è quello che capiamo. Giriamo per questo luogo grande ma pieno di rebighi, con la boiserie in legno. Nella maggior parte delle sale, i tavoli sono delle grandi botti di birra, ogni sala ha un tema e la più grande è decorata con dei giocatori di football di gusto retrò, un grande televisore a schermo piatto trasmette Juve – Bayern.
Seduti il cameriere inizia depositare birre segnandole sul poggia-bicchieri di Enrico. Arriva lo stinco, le polpette e i wurstel. Ogni volta che il bicchiere si svuota il cameriere lo cambia con uno pieno. Iniziamo a ridere e a cercare di lasciare il bicchiere mezzo pieno ma lo stinco è molto impegnativo (croccante, grasso, morbido, succoso) e il bicchiere si svuota e… viene sostituito. Passa un altro grosso cameriere in grembiule che fa rotolare una botte di birra.
Andrea si gira verso un signore dal naso rosso e gli chiede in inglese come si fa a far fermare il cameriere che continua a darci nuova birra. – Il poggia-bicchiere sopra il bicchiere. – Cosa? – Deve mettere il poggia- bicchiere sopra il bicchiere così il cameriere capisce che ha finito.- Funziona! Andiamo a dormire, domani ci aspetta…
Sala M. Il dottor Güngör Kara, Director of Global Application and consulting di Eos analizza i cambiamenti di produzione manifatturiera.
1800, vengono inventate le prime macchine a fresatura.
1900, le macchine a fresatura iniziano ad avere i primi sistemi di automazione.
1980, nascono le macchine a controllo numerico: le CNC.
Qua Il dottor Kara segna che c’è stato un salto nelle macchine sia come tecnologia che come produzione:
nel 2000 vengono costruite le macchine a taglio ad alta velocità.
Poi arriva il grande salto: la stampa 3d
la quale rivoluziona proprio il pensiero che sta alla base della progettazione del prodotto. Non si toglie più il materiale, si aggiunge! Sembra una cosa semplice ma qua sta la vera criticità, nella ri-progettazione e nella resistenza al cambiamento che inevitabilmente c’è. Perché non si cambia solo come si progetta e si produce, ma anche come si vende. Se prima mi conveniva togliere meno materiale possibile, fare grosse produzioni seriali ottenendo prodotti tutti uguali, oggi devo usare meno materiale possibile, fare produzioni più snelle, ancora meglio se super personalizzate. E sullo schermo compare una “individual soles”, una suola individuale (suola, quella delle scarpe). La stampa 3D è la rivoluzione 4.0!
Il dottor Kara racconta come è stata accolta questa quarta rivoluzione industriale in alcuni continenti: in America, in Europa, in Asia.
In Europa il basso è fertile, e per basso si intende gli ingegneri, i progettisti, gli inventori ma quando arriva la finanza, la politica, chi ha soldi e potere per intenderci, blocca tutto. In Asia chi parte dal basso riesce a progredire. In America c’è collaborazione tra il basso e l’alto e le cose possono funzionare.
Caspita! Sembra un discorso agit prop!
Altro problema è che mancano i corsi, la formazione per i nuovi ingegneri, design,
progettisti. E si ritorna al problema della prima conferenza: bisogna insegnare cose che si stanno scoprendo ora, forse è sempre stato così, ma da quando la potenza di un computer si è moltiplicata di 100 volte rispetto a cinque anni fa, la cosa si fa molto interessante.
Ultimo intervento di cui voglio parlare è quello del Dr. Dominik Rietzel, project manager di BMW, insieme a LZN, che presenta la progettazione ibrida: in due parole è unire nella progettazione pezzi stampati tradizionalmente con pezzi creati in 3d. In questo caso hanno creato una macchina che è composta dalla combinazione tra “Smart Knots” stampati in 3D e profili convenzionali. Gli “Smart Knots” sono ottimizzati e stampati, i profili sono prodotti in serie. Questo vuol dire che si può esportare la stampa 3d anche a campi di applicazione prima impensabili.
Giovedì prossimo parleremo della fiera di Parma il MECSPE. A presto!
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